Die Show von Profesora Bummbastic macht Wissenschaft greifbar.

«Profesora Bummbastic»
rende la scienza alla portata di chiunque

In autunno inizia la tournée in Ticino e nella Svizzera romanda dello spettacolo sponsorizzato dalla CONCORDIA «Profesora Bummbastic e la macchina del tempo» che celebra la scienza in una magica atmosfera per tutta la famiglia. Abbiamo intervistato la conduttrice Elena Santana.

   Breve e facile

C’è uno spettacolo sulla scienza per le famiglie.
Bimbe e bimbi possono fare degli esperimenti.
«Profesora Bummbastic» arriva in Ticino e nella Svizzera romanda.
La CONCORDIA estrae a sorte dei biglietti gratuiti.
 

Elena, conduci uno spettacolo sulla scienza. Che cosa ti entusiasma di questo mondo?

Mi affascinano gli esperimenti, che per altro sono stati scelti con particolare cura, e che si trasformano in opere d’arte grazie alla musica, alle luci e alle parole. Ne sono un esempio principe i grandi cerchi di fumo che volano nella sala dello spettacolo, rapendo tutto il pubblico.
 

A chi è rivolto il nuovo spettacolo?

In primo luogo è pensato per un pubblico giovane e giovanissimo, ma non finisce mai di stupire nemmeno le persone adulte. Una misura del suo successo è che spesso gli esperimenti continuano anche a casa. 

 

Profesora Bummbastic

Vincete con la CONCORDIA!

La CONCORDIA mette in palio dieci biglietti omaggio per la tournée di quest’anno di «Profesora Bummbastic». Tentate subito la fortuna:


Che cosa ti ha motivata a diventare «Profesora Bummbastic»?

Sono una persona particolarmente curiosa e la mia fame di sapere non conosce confini, un desiderio che ritrovo anche nelle mie figlie. Il mio ruolo di madre, oltre alla mia professione di insegnante, è stato un'ottima palestra. Quando si è trattato di cercare una persona per le esibizioni nella Svizzera romanda e in Ticino hanno inoltre giocato a mio favore i tanti anni di esperienza come attrice e cantante e la mia conoscenza delle lingue. Grazie al personaggio di Profesora Bummbastic sono in grado di conciliare tutti gli interessi e le attività che mi stanno più a cuore.
 

Nel mondo scientifico le donne si devono spesso confrontare con ostacoli e una serie di pregiudizi. Come vivi questo dato di fatto sul palco nei panni di «Profesora Bummbastic»?

Mi rallegra constatare che per le nuove generazioni è del tutto normale che esistano anche scienziate. Allo spettacolo partecipano sia maschi che femmine in egual misura e mi pongono lo stesso tipo di domande, che non sono quindi specifiche al genere. Negli ultimi anni la situazione è cambiata in maniera evidente ed è in continua evoluzione. Spero che un giorno potremo finalmente abbandonare questi pregiudizi che ci portiamo dietro dal passato.
 

Cosa pensi sia necessario per riuscirci?

Ancora una volta ripongo la mia speranza nelle bambine e nei bambini. Se cresceranno con un'idea meno stereotipata delle professioni e consapevoli che ognuno di noi può fare cose meravigliose e grandiose, credo che sempre più donne si sentiranno ben accolte e più a loro agio anche nel settore scientifico. Per riuscirci i genitori e le altre persone di riferimento, vettori di questa consapevolezza per le nuove generazioni, non dovranno interferire nella realizzazione dei loro sogni professionali. 
 

La presenza femminile nelle carriere scientifiche è ancora una merce rara?

Quando si pensa a una scienziata di spicco, la prima a venirci in mente è Marie Curie, sebbene non sia stata di certo l’unica. Tuttavia, anche in questo senso si intravede un cambiamento: le mie figlie, ad esempio, leggendo il libro Storie della buonanotte per bambine ribelli sono venute a conoscenza anche di altre luminari. Ciononostante, il settore scientifico è tuttora prevalentemente appannaggio degli uomini e ciò si deve semplicemente al fatto che le donne non hanno avuto le stesse possibilità di dedicarsi alla ricerca.
 

«Profesora Bummbastic» di nome e di fatto? Ci sono scoppi durante lo show?

In effetti il nome «Bummbastic» è composto da una parte onomatopeica che ricorda il rumore prodotto da un’esplosione. Ma lo scoppio può essere inteso anche in senso figurato: un momento eureka in cui si accende una lampadina dentro la nostra testa!