Flora intestinale: la chiave del benessere
Soffrite di costipazione, gonfiore, irritazione addominale? I problemi all’apparato digestivo meritano maggiore attenzione poiché la salute dell’intestino è la chiave del nostro benessere generale. Peccato che i meandri del tubo gerente siano considerati un argomento di conversazione indigesto.
Breve e facile
Un intestino sano aiuta la digestione e il sistema immunitario.
Una dieta corretta favorisce l’attività dell’intestino.
Non bisogna ignorare i problemi intestinali.
Se avete domande, potete scrivere alla nostra esperta.
Spesso realizziamo l’importanza di una buona funzione intestinale per il nostro benessere generale solo quando si presentano dei problemi. Non è il caso di farsi prendere subito da allarmismi e pensare a malattie serie: nella maggior parte dei casi, meteorismo, flatulenza o stitichezza non sono disturbi preoccupanti. Nelle donne un rallentamento transitorio dell’attività intestinale può dipendere da cambiamenti ormonali dovuti al ciclo mestruale, a una gravidanza o alla menopausa. Anche l’età riveste un ruolo: con il passare degli anni l’intestino si impigrisce. Infine le cause possono pure risiedere in abitudini alimentari scorrette, in una vita sedentaria o in un apporto di liquidi insufficiente.
Alcuni consigli per una flora intestinale in salute
Il nostro intestino è colonizzato da numerosi microorganismi che insieme costituiscono il microbiota, noto anche come flora batterica. Questo mix di virus, batteri e funghi, che può arrivare a pesare fino a due chili, varia fortemente nella sua composizione da individuo a individuo ed è talmente personale da poter essere paragonato alle impronte digitali. Il microbiota favorisce la digestione, rafforza il sistema immunitario e protegge dagli agenti patogeni. Oggi si sospetta che un’alterazione del suo equilibrio, oltre a provocare problemi alla digestione, possa contribuire all’insorgere di malattie autoimmunitarie, ad esempio il diabete di tipo 2, nonché essere la causa di un aumento di peso.
Ecco come ripristinare la vostra flora batterica:
Vi raccomandiamo un maggior consumo di fibre alimentari non digeribili. Sono presenti in prodotti integrali, legumi, verdure, funghi, frutta, frutta a guscio o semi e, accompagnate da un consumo elevato di liquidi, prevengono la stitichezza.
L’importanza dei probiotici e dei prebiotici
I probiotici, noti anche come fermenti lattici, sostengono la flora batterica rafforzando l’effetto barriera e difendendo l’intestino dagli agenti patogeni. Si trovano naturalmente in prodotti lattofermentati come lo yogurt, il kefir, il miso (impasto aromatico giapponese), i cetrioli in salamoia (non sottaceto), il kombucha (infuso fermentato a base di tè), l’aceto di mele, il formaggio (ad esempio parmigiano), il kimchi (piatto fermentato coreano) o i crauti.
I prebiotici aiutano in caso di rallentamento delle funzioni intestinali, di diarrea e di stipsi. Sono componenti alimentari non digeribili che favoriscono la crescita e l’attività dei batteri presenti nell’intestino crasso. Si tratta di fibre alimentari quali l’inulina o l’oligofruttosio contenute in insalata belga, topinambur, cipolle, aglio, porro, scorzonera, carciofi, avena e segale.
Colon irritabile: la pancia in subbuglio
Il malessere intestinale è un problema molto diffuso. In Svizzera più di una persona su dieci accusa disturbi gastrointestinali aspecifici come gonfiori, crampi, diarrea o stitichezza, soprattutto in presenza di stress. Le donne con un’incidenza doppia rispetto agli uomini. Spesso i motivi non sono noti e la diagnosi del medico è «colon irritabile». Innanzitutto occorre escludere tutte le patologie analoghe, ad esempio le infezioni gastrointestinali, le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, la celiachia, le intolleranze alimentari (a lattosio, fruttosio, istamina) o possibili tumori.
Un lungo percorso fino alla diagnosi
Spesso il cammino che conduce alla formulazione della diagnosi di sindrome del colon irritabile (SCI) è lento e doloroso. La SCI non è una malattia organica bensì un disturbo funzionale del collegamento tra il sistema vegetativo nervoso e la muscolatura intestinale. Questa patologia, in parte riconducibile a un’alterazione della flora intestinale, non è pericolosa ma può ridurre sensibilmente la qualità di vita. Per le persone affette da SCI, considerato che le cause della patologia non sono chiare e che i sintomi variano da paziente a paziente, è importante sapere che non esiste un regime alimentare standardizzato. Per le e i pazienti la cura più efficace è seguire una dieta specifica personalizzata.
Una dieta a basso contenuto di FODMAP per il vostro intestino
La maggior parte delle persone apprezza il pane, la pasta e i dolciumi. Sfortunatamente questi alimenti – così come i latticini, la frutta con nocciolo o il cavolo – appartengono alla categoria dei carboidrati fermentabili. L’eliminazione dalla dieta dei cosiddetti FODMAP (acronimo inglese per Fermentable Oligo-, Di-, Mono-saccharides And Polyols che indica i saccaridi e polioli che favoriscono la fermentazione batterica) sembra aver dato prova di efficacia nella cura della sindrome del colon irritabile.
Si tratta di carboidrati a catena corta, come fruttosio, lattosio, fruttani e galattani e di glicitoli come il sorbitolo che sono presenti naturalmente in determinati alimenti o sono aggiunti durante il processo di produzione. Lungo il tratto digerente i FODMAP agiscono principalmente in due modi: nell’intestino tenute, in quanto molecole dotate di elevate proprietà osmotiche, richiamano acqua nel lume intestinale e inoltre fermentano molto rapidamente nell’intestino crasso. In soggetti sensibili possono insorgere disturbi quali gonfiore, mal di pancia, diarrea e/o stipsi. L’eliminazione sperimentale dalla dieta degli alimenti che contengono tali carboidrati a catena corta sembra aver dato prova di efficacia nella cura della sindrome del colon irritabile. Un regime a basso contenuto di FODMAP dovrebbe tuttavia essere seguito unicamente sotto la rigorosa supervisione di una o un professionista.
Preziosi consigli per il benessere del vostro ventre
- Il pane prodotto utilizzando antiche varietà di cereali (PuraSpelta) è considerato più digeribile. Il pane a lievitazione naturale (di pasta acida) e il pane a lunga lievitazione (almeno quattro ore) contengono un numero ridotto di FODMAP e provocano meno problemi di digestione.
- Un consumo eccessivo di zucchero mette a repentaglio l’equilibrio della flora batterica. Provate perciò a rinunciarvi durante una settimana o per un periodo più a lungo.
- I prodotti alimentari contenenti grassi, il cibo piccante, la caffeina e l’alcol agevolano l’insorgenza di problemi gastrici e intestinali.
- In caso di gonfiore addominale è benefico bere una tisana digestiva a base di anice, finocchio, coriandolo, cardamomo e cumino in parti uguali oppure masticare un mezzo cucchiaino di questi semi dopo i pasti.